Piante spontanee di primavera - 2^parte

DSCN9818Dopo la prima parte ecco la continuazione della mattinata al Parco delle Risorgive, iniziamo con una pianta molto riconoscibile: il tarassaco o dente di leone (Tale, Taraxacum officinalis). Ogni parte di è utilizzabile ed i principi attivi sono presenti in tutta la pianta; a partire dalla radice (amara) cotta è un depurativo del fegato mentre tostata può essere utilizzata come surrogato del caffè. Il bocciolo ancora chiuso, dopo una scottatura in acqua e aceto può essere conservato sottolio (finto cappero), il gambo che sostiene il fiore può essere aggiunto nelle insalate. La parte fiorita (petali gialli) può essere l’ingrediente per un risotto e ciò che rimane del fiore può essere messo in acqua bollente, strizzato e l’infuso che se ne ottiene addizionato con zucchero e fatto diventare consistente, diventa un miele difficile da distinguere da quello prodotto dalle api. Molto comune in tutti i prati è la pratolina (Margaritùte, Bellis perennis) con foglie da utilizzare per insalate sia crude che cotte
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Si continua con la piattella (Jerbe purcitàrie, Hypochaeris radicata), con radice fittonante, sapore amarognolo, da raccogliere anche in inverno, le foglie carnose si possono utilizzare sia crude per insalate o cotte e possiede le stesse proprietà del tarassaco.
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La pianta seguente è la piantaggine minore (Plantàgn di zave, Plantago lanceolata), dal sapore non troppo amaro (quasi di fungo) è usata come emolliente della pelle ed assieme alla Plantago media e P. major (che vedremo più avanti) è utile usata triturata e posta sulla pelle come cataplasma per eliminare gli effetti delle punture di insetti.  
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continua…

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