Piante spontanee di primavera - 4^parte
Tra le piante, che la maggior parte dei partecipanti non conosceva, ecco il lampascione, cipollaccio, giacinto dal pennacchio (Ai di lôf, Puâr salvadi, Muscari comosum) con foglie di tipo narciso e un bulbo (dal sapore amaro) situato molto in profondità, che si conserva sottolio
Incontriamo poi la borsa del pastore (Guselâr, Capsella bursa-pastoris), le foglie a rosetta, prima che la pianta fiorisca, sono commestibili in insalate; questa pianta ha proprietà emostatiche e cicatrizzanti per la notevole presenza di tannini.
Nonostante il terreno secco a causa della penuria d’acqua, ecco il crescione dei prati (Rùcule di campagne, Rorippa sylvestris) pianta perenne le cui foglie tenere si possono mangiare crude in insalate, ricco di sostanze minerali come il ferro è usato come ricostituente.
Ecco un’altra pianta ben nota, simbolo dell’arrivo della primavera, la primula (Pestelàc, Primula vulgaris), si utilizzano in cucina i fiori ma le foglie tenere sono usate fresche per insalate o come verdura cotta; ha varie proprietà e la radice (che contiene salicilato di metile) ed i fiori si usavano come antiemicranico.A seguire l’edera terrestre (Condrède, Glechoma hederacea), l’infuso addolcito con miele è utilizzato come calmante della tosse.
Incontriamo ora la silene bianca (Silene latifolia subsp. alba) a foglia pelosa, è una parente della più pregiata silene vulgaris (Sclopìt) e pur non avendo un sapore deciso, può essere ugualmente usata per risotti e minestre.
continua…
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